Truly Italian – PEOPLE – Team editoriale
Questa è una citazione proprio di D’Annunzio, ed è una delle tante, di letterati e cantanti, che potremmo prendere in prestito per presentare il Barbanera, il più antico e famoso almanacco e calendario italiano.
Pubblicato per la prima volta nel 1762 a Foligno, ancora è stampato in ben 3 milioni di copie.
Una storia lunga 260 anni nella quale il celebre almanacco ha insegnato agli italiani un’idea della vita in armonia con i ritmi della Natura, una pubblicazione preziosa e ricchissima di consigli, curiosità e rimedi.
Generazioni e generazioni hanno appreso dalle sue pagine le indicazioni più pertinenti per una vita di benessere e di felicità in concordanza col mondo, con gli altri, con l’ambiente, con se stessi. Un almanacco di segreti, che segreti non sono…
La pubblicazione fu avviata grazie all’opera di un filosofo, un uomo di scienza, un saggio, l’astronomo eremita Barbanera.
Da quel primo numero, la stampa non si è mai interrotta e la sua diffusione si è espansa così tanto da diventare parte integrante della storia, della cultura, della conoscenza e della vita del popolo italiano. Parte dell’immaginario popolare, è stato inserito dall’UNESCO nei patrimoni tutelati dal Memory of the World, come rappresentante mondiale del genere letterario degli almanacchi.
Oggi come ieri, la redazione ha sede sempre in Umbria, a Spello, diretta da Feliciano Campi e Luca Baldini per la Editoriale Campi.
Il segreto di tanta longevità? L’almanacco è il frutto di un lavoro di squadra con pochi eguali.
Come racconta Luca Baldini: “L’almanacco è frutto di tante voci ed esperienze, accordate sulle stagioni. C’è chi sa di astronomia, chi di astrologia, chi conosce il nome delle piante, le loro necessità o gli usi suggeriti dalla tradizione. Chi sa calcolare l’azimut o l’epatta (i giorni che separano il primo gennaio dall’ultimo novilunio dell’anno precedente, indispensabile per determinare la data della Pasqua), chi scruta le stelle e chi sa ricamare parole”.
Lavorando in modo collegiale, e grazie anche all’opportunità di consultare una raccolta di ben 40 mila documenti della Fondazione Barbanera 1762, la redazione costruisce quotidianamente il profilo culturale dell’almanacco, trattando i temi ai quali è stata storicamente associato, quel “sapere familiare” in cui confluiscono le più diverse nozioni, dall’agricoltura all’astrologia, dell’erboristeria alle ricette.
L’almanacco, continua Baldini, “è un cantore del quotidiano, è portavoce del tempo che scorre ciclico, e dei gesti necessari a riempirlo di senso, secondo riti e modalità che la civiltà degli umani ha affinato nel corso dei secoli”.
Dal popolo per il popolo, potremmo dire; un lavoro corale che trova nella ritualità del caffè il proprio momento cerimoniale.
Come ci racconta lo stesso Luca, “il caffè, da buoni italiani, è per noi un rito condiviso irrinunciabile, un ingrediente di quel buon vivere italiano che raccontiamo nelle pagine del nostro almanacco, da consumare rigorosamente insieme: al mattino, mentre facciamo il punto della situazione, o durante la giornata, per una pausa più veloce e informale; tra di noi o insieme agli ospiti, che di fronte a un caffè si sentono più a casa”.