Deep Blue: Emozioni sommerse
Lorenzo è un uomo che emana un’aura che potremmo definire eccentrica ma fascinosa, dallo stile classico ma anche stravagante.
Nato a Milano e cittadino del mondo, abita nel capoluogo lombardo in un elegante appartamento situato tra il Conservatorio e Villa Necchi Campiglio, non troppo distante dal Teatro alla Scala, che frequenta regolarmente. La scelta di vivere in questo angolo della città non è casuale, intriso di storia e cultura: è lo scenario perfetto per un’anima artistica come la sua. Oltre al lavoro di compositore di musica classica contemporanea e di colonne sonore per film, Lorenzo coltiva anche una forte passione per la scrittura nella quale, di tanto in tanto, gli piace cimentarsi.
Uomo colto e profondamente creativo, è noto per il suo stile di vita originale e per il suo estro, sempre ricco di suggestioni e ispirazioni. Lo si vede spesso indossare abiti eleganti e particolari, con dettagli e colori che riflettono il suo amore per lo stile e per l’arte. Il blu, in particolare, è il colore che occupa uno spazio chiave nella palette di Lorenzo che, da inguaribile amante del mare, è costantemente alla ricerca di dettagli che gli ricordino l’oceano e la sua profonda immensità.
Sommersa da libri, quadri e strumenti musicali, casa sua è insieme rifugio per la mente e l’anima e officina creativa. In un angolo, un mappamondo vintage troneggia su un piedistallo, fedele testimone dei suoi frequenti spostamenti; non è una rarità, infatti, che l’uomo si ritrovi spesso e volentieri a girarlo alla ricerca di mete inesplorate. Grande viaggiatore, Lorenzo è sempre alla ricerca di nuove destinazioni che lo portino ad arricchire il suo bagaglio, con culture diverse e fonti d’ispirazione per le sue composizioni e i suoi scritti.
All’interno del suo studio, sono due gli strumenti che meglio accompagnano la mano artistica dell’uomo: una macchina da scrivere d’epoca, destinata ai suoi pensieri, agli aforismi e alle poesie, e una penna stilografica, autrice di pagine colme di idee e sogni, trascritti sotto forma di spartiti musicali. Momenti introspettivi che solitamente vengono accompagnati da un ricco e profumato espresso al mattino, o da un bicchierino di whisky dopo cena.
Per il caffè, Lorenzo ha scelto una macchina che potesse rappresentarlo, un’icona intramontabile, ma con un tono speciale: Gaggia Classic Deep Blue.
In una mattina di fine estate, Lorenzo si trovava sul balcone gustando le diverse note del suo caffè, scrutando le strade con un po’ di inquietudine e nostalgia. In mente, il ricordo del mare e delle sue acque, fonte di grande conforto e ispirazione e che ora, invece, sentiva più lontane che mai.
In quel preciso istante, un’idea forse un po’ strana gli attraversò la mente: e se potessimo avere il blu profondo dell’oceano anche in città? Non esitò oltre: avrebbe portato il mare a Milano. Non era un’impresa facile, ma Lorenzo era un uomo di visioni audaci e dal cuore avventuroso. Si mise subito al lavoro, determinato a creare un’esperienza che potesse regalare a chiunque, anche solo per un momento, la vista dell’immensità del mare.
All’appello, artisti, tecnici del suono, scenografi e orchestrali, furono chiamati per mettere in scena lo spettacolo che Lorenzo aveva visionato in modo chiaro ed inconfondibile nella sua mente e dal profondo della sua anima.
La sera dell’inaugurazione la sala era irriconoscibile. Grazie a tecnologie immersive e a proiezioni multimediali, il soffitto, il pavimento e le pareti sembravano scomparire, sostituiti da un cielo azzurro e da marosi che lambivano la riva.
Il suono delle onde, riprodotto in alta fedeltà, riempiva lo spazio. Posta al centro della sala, l’orchestra sinfonica si preparava ad eseguire l’ultima composizione di Lorenzo intitolata proprio “Sinfonia del Blu Profondo”.
Tra gli sguardi degli invitati si scorgeva un insieme di meraviglia e stupore.
Nonostante fossero nel cuore di Milano, la sensazione era quella di trovarsi realmente in riva al mare. Lorenzo, elegante e fedele a se stesso con un abito blu notte, salì sul palco e con un cenno diede il via all’orchestra. La musica cominciò dolcemente, come una brezza leggera che accarezza la superficie dell’acqua, per poi lasciare spazio ad un susseguirsi di ritmi diversi, come i moti del mare.
Mentre la musica cresceva in intensità, Lorenzo chiudeva gli occhi lasciandosi trasportare dalle sue stesse note: era quello lo spettacolo che si era prefigurato!
Sullo spegnersi dell’ultima nota, nella sala calò un breve silenzio che, dopo solo qualche istante, venne interrotto da un’incessante folla di applausi.
All’indomani del concerto la città tornò al suo ritmo frenetico; Lorenzo, col suo caffè in una mano e la sua stilografica nell’altra, la osservava dal suo balcone. Un’altra idea sarebbe presto arrivata, improvvisa come un’onda nell’oceano.